L'Orologio Astronomico di Praga
L'Orologio Astronomico di Praga (in lingua ceca, Staromestský Orloj - orologio della città vecchia), è una delle principali attrazioni turistiche della capitale ceca. Montato sul lato sud del Municipio nella piazza della Città Vecchia, è costituito da tre elementi principali: il quadrante astronomico, sul quale, oltre all'ora, sono rappresentate le posizioni celesti del Sole e della Luna, insieme ad altri riferimenti astronomici; il “Corteo degli Apostoli”, un meccanismo che, allo scoccare di ogni ora, mette in movimento delle figure rappresentanti i Dodici Apostoli; infine, un quadrante inferiore composto da dodici medaglioni raffiguranti i mesi dell'anno.
L'elemento più antico e più affascinante dell'orologio è il meccanismo del quadrante astronomico che, in un misto di leggenda e verità storica, si suole essere stato progettato e costruito nel 1410 dal maestro d'orologeria Mikuláš z Kadan e da Jan Šindel, quest'ultimo professore di matematica ed astronomia dell'Università Carlo IV di Praga.
Primo esempio europeo, l'Orologio di Praga funse da modello, tra il XIV ed il XV secolo, per la progettazione di altri celebri orologi astronomici, quali quelli delle città di Norwich, St. Albans, Wells, Lund, Strasburgo e Padova.
Nel 1490, vennero aggiunti il quadrante del calendario e le sculture gotiche che decorano la facciata. Nel XVII secolo vennero aggiunte le statue mobili. Le figure in legno degli Apostoli, invece, furono installate durante la riparazione del 1865-1866.
Tra il 7 e l'8 maggio 1945 l'orologio venne seriamente danneggiato a causa delle bombe incendiarie dirette verso il lato sud-est della Piazza Vecchia sparate dagli autoblindo tedeschi che tentavano, in questo modo, di interrompere le trasmissioni radio della resistenza ceca. Il municipio prese fuoco, e con esso le sculture lignee dell'orologio. Il meccanismo venne riparato grazie allo sforzo della popolazione locale, e l'Orloj tornò a funzionare nel 1948.
Tra le molte leggende di cui è formata la storia plurisecolare dell'Orloj, la più suggestiva rimanda proprio alla sua costruzione. Secondo la tradizione, la costruzione dell'intera struttura avvenne nel 1490 ad opera di Hanuš z Ruže e dal suo assistente Jakub Cech. La leggenda vuole che Hanuš sarebbe stato accecato per ordine dei consiglieri della città di Praga per impedirgli di costruirne un altro simile. Per vendicarsi dell'accecamento, mastro Hanus fermò l'orologio e lo riattivò soltanto quando il consiglio della città lo supplicò di farlo, e come ricompensa gli permise di continuare il mestiere di orologiaio. Nonostante l'accecamento mastro Hanus continuò a lavorare anche grazie all'aiuto di Jakub Cech e di mastro Mikulas, suo allievo.
Il quadrante astronomico è a forma di astrolabio, uno strumento medioevale per la determinazione delle posizioni delle stelle. Sullo sfondo del quadrante è rappresentata la Terra fissa nel cielo attorno alla quale si muovono quattro meccanismi: un anello zodiacale, un anello esterno rotante, una lancetta con il simbolo del Sole e una con il simbolo della Luna. Sullo sfondo del quadrante è rappresentata la Terra e l'aspetto del cielo locale. Il cerchio azzurro al centro simboleggia appunto la Terra, la zona superiore colorata di blu è la porzione di cielo situata sopra l'orizzonte. Le zone rosse e nera, viceversa, rappresentano il cielo sotto l'orizzonte. Durante l'arco delle ventiquattr'ore il meccanismo sposta il simbolo del Sole nella zona blu (giorno), nella zona nera (notte) o in quelle rosse (fasi di alba e tramonto). Nella parte sinistra dello sfondo si possono leggere le scritte latine aurora (aurora) e ortus (alba), in quella destra occasus (tramonto) e crepusculum (crepuscolo). I numeri romani dorati posti sul bordo del quadrante indicano la normale ora locale di Praga (Tempo Centrale Europeo). Le linee curve dorate, invece, dividono la zona blu del quadrante in dodici parti (numerate da 1 a 12 con cifre arabe) e segnano le ore intese come 1/12 del tempo che intercorre tra l'alba ed il tramonto di ogni giorno, chiamate anche "ore planetarie". La lunghezza delle ore così calcolate varia a seconda delle stagioni, con l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate nel corso dell'anno.
Il cosiddetto 'Anello zodiacale', all'interno del quadrante, è costituito da un anello mobile recante i dodici simboli dello zodiaco (disposti in senso antiorario) ed indica la posizione del sole sul piano dell'eclittica. La piccola stella dorata indica la posizione dell'equinozio di primavera ed il tempo siderale può essere letto sulla scala contrassegnata dai numeri romani dorati.
La serie di numeri arabi su sfondo scuro presenti sul bordo esterno dell'orologio indicano l'antica 'ora boema', misurata partendo dal tramonto. L'anello si muove nell'arco dell'anno per far coincidere la prima ora della giornata con il momento del tramonto.
Il simbolo del Sole si muove attorno all'anello zodiacale, in modo da indicare la posizione del sole rispetto all'eclittica. È fissato ad una lancetta che termina con una piccola mano, in modo da segnare l'ora in tre diversi modi: la posizione della mano rispetto ai numeri romani indica l'ora locale di Praga; la posizione del Sole rispetto ai settori delimitati dalle linee curve indica l'ora intesa come 1/12 di tempo tra l'alba ed il tramonto (ora planetaria); la posizione della mano rispetto all'anello esterno segna l'antica 'ora boema'.
Il movimento della Luna sull'eclittica è simile a quello del Sole, sebbene molto più veloce. Una sfera metà argentata e metà scura indica le varie fasi lunari.
Di innegabile fascino ed ammantate di misticismo sono le quattro figure che fiancheggiano l'orologio e che si animano allo scoccare di ogni ora. Ognuna di esse rappresenta i vizi capitali: lo scheletro simboleggia la morte, il turco la lussuria, il personaggio con lo specchio impersona la vanità e il viandante con la borsa (in origine un usuraio ebreo, sostituito dopo la seconda guerra mondiale) rappresenta l'avarizia. Allo scoccare dell'ora lo scheletro suona una campana tirando la fune con la mano destra e capovolge la clessidra che ha nella sinistra, mentre il turco, l'avaro e il lussurioso fanno no con la testa; a questo punto esce il corteo con i dodici apostoli (undici apostoli oltre a san Paolo) che, a coppie di due, si inchinano alla folla. La prima figura ad uscire dalla finestra sulla destra è san Paolo (con in mano un libro e una spada), seguito da Tommaso (con una lancia), Giuda che porta un libro, Simone con una sega e Bartolomeo con un libro. Mentre nella seconda finestra, escono Pietro (recante una chiave), Matteo con un'ascia, Giovanni con un serpente, Andrea e Filippo con una croce e Giacomo con una mazza. Alla fine dello spettacolo il gallo, sopra le finestre dell'orologio, canta l'ora suonata.
Al di sotto dell'orologio, nel 1870, è stato aggiunto un calendario, copia del dipinto del pittore boemo Josef Manes. È formato da dodici medaglioni raffiguranti scene di vita rurali associate ai dodici mesi dell'anno. I personaggi ai lati del calendario raffigurano le principali materie dell'epoca: a destra, un primo sapiente che legge un libro simboleggia la filosofia ed un secondo, che reca in mano un cannocchiale, simboleggia l'astronomia; a sinistra, una prima figura raffigura un angelo con la spada e scudo, simboleggiando la teologia ed un ultimo studioso, intento ad esaminare una pergamena, simboleggia la matematica (o, secondo diverse interpretazioni, la storia).
Il grande fascino dell'Orologio Astronomico di Praga, tale da attrarre ogni anno nel centro storico della città decine di migliaia di turisti, risiede in una duplice caratteristica. Da un lato, la sua popolarità è dovuta all'innegabile talento artistico dei progettisti e di quanti, nel tempo, hanno dato corso al risultato finale oggi ben visibile. D'altro canto, l'Orloj ha in sé un affascinante sostrato magico e simbolico che affonda le radici nel nucleo ancestrale della cultura medievale europea. La perfetta armonia tra gli elementi meccanici che segnano lo scorrere del tempo ed il movimento dei pianeti e gli elementi artistico-culturali che raffigurano concetti filosofici e sentimenti religiosi costituiscono l'ideale congiunzione tra l'essere razionale e l'essere metafisico.